L’album (indicato come EP, ma poco importa) recupera in minima parte lo stile deathcore per il quale la band era nota dieci anni fa, assestandosi piuttosto su toni alt metal con piccoli tocchi di elettronica.
Il resto è “inventato” da loro stessi.
Le canzoni sono solo nove, ma sono tutte potentissime.
POST HUMAN esplora le conseguenze della pandemia, mettendo allo scoperto quasi dolorosamente l’orrore derivatone: e no, non si tratta della malattia in sé. I BMTH indagano piuttosto sugli effetti psicologici e sociali di quanto sta avvenendo e di come il virus abbia risvegliato in molti di noi dei “mostri” pigri e irresponsabili